Pagoda Kyaiktiyo in Mynamar – la roccia d’oro

Il Mynamar è l’attuale nome di uno stato misterioso che un tempo si chiamava Birmania. Il Mynamar è una terra affascinante e mistica con eremi e luoghi di preghiera per i buddisti, ma è anche il luogo dove si trova una delle località di culto più suggestive al mondo: la Pagoda Kyaiktiyo, chiamata la Golden Rock (la roccia d’oro).

Una roccia d’oro cosparsa di fede e misticismo

La pagoda, piccolissima, si trova su una roccia tutta avvolta in tantissime lamine d’oro dai fedeli, la pietra a sua volta si poggia in maniera precaria su una base di granito, dando a tutto l’insieme uno stato di precarietà e di equilibrio che è la sintesi mirabile del credo di Siddharta: spirito, misto a essenza che si racchiude in una labile pace interiore.
La leggenda vuole che Buddha regalasse una ciocca dei suoi capelli a un eremita del luogo, il quale a sua volta la diede al re, in possesso di doti da sciamano e grande alchimista. L’eremita chiese al re di costruire alla sua morte un piccolo tempio su una pietra. Il re esaudì il desiderio dell’eremita, prendendo una grossa pietra dal mare che ricordava le sembianze della testa di chi donò la ciocca dei capelli del Buddha. La grossa pietra fu posizionata in bilico con sotto la ciocca dei capelli e sopra fu realizzata la pagoda con le reliquie dell’eremita che aveva incontrato Buddha. La leggenda e la fende vuole che la pietra rimanga nel precario equilibrio, grazie alla forza esercitata dalle ciocche dei capelli di Siddharta.

Un’icona plastica di fede

La pietra, tonda, è tutta cosparsa di lamine d’oro, sporge dalla superficie di granito naturale dove poggia, per oltre la sua metà. La sua stabilità va oltre ogni legge delle fisica e della gravità. La sua precaria struttura simboleggia in maniera plastica l’essenza più intima della fede buddista, fatta di misticismo e di equilibrio interiore.

Dove si trova la Pagoda Kyaiktiyo

La roccia d’oro, con la pagoda, si trova in una amena località vicino la città
di Kyaikto. Il re, su spinta dell’eremita, mise, la pietra rinvenuta in mare, sulla cima del monte Kelasa che si stagliava su un’ampia vallata a 1.100 metri di altezza. L’ascesa alla cima della montagna è irta, si percorre un pendio nel quale si possono ammirare tantissime rocce in granito. L’ultimo tratto della salita che porta al tempio, è davvero ripido e faticoso, ma ogni fatica è premiata da una visione unica, la roccia d’oro e la pagoda Kyaiktiyo. All’ingresso, vi sono due grandi leoni, da questo punto bisogna procede scalzi. La roccia d’oro e la pagoda si stagliano in aria per rispettivi sette metri ciascuno.
Tutta la salita è un via vai di pellegrini che percorrono il sentiero a piedi nudi, in entrambi le direzioni. Il rituale birmano concede una sorta di punteggio nella espiazione delle colpe, ogni volta che si ripete il pellegrinaggio senza le scarpe.

Un luogo dove trovare l’equilibrio

Pagoda Kyaiktiyo in Mynamar: la roccia d’oro dall’equilibrio interiore
I templi buddisti hanno un loro fascino, non solo estetico, dove si percepisce in maniera palpabile lo spessore religioso che assale ogni visitatore, indipendentemente dal proprio credo. La pagoda di Kyaiktiyo è unica, la sua visione è un vero sussulto del cuore e dell’anima. La sua bellezza, il suo sfavillante aspetto, arricchito dal colore dell’oro che luccica continuamente, riflettendo i raggi del sole sul viso ed evidenziando e “illuminando” la sensibilità interiore di ognuno. Non si rimane immuni dal suo mistico messaggio. Non è un mero tempio da visitare, è un a viaggio nel proprio credo più profondo e interiore. Ammirando una istallazione di totale disequilibrio statico, si può trovare il proprio equilibrio che è detenuto dal Karma interiore. Aldilà dalla fede, la roccia d’oro e la sua pagoda ti rapiscono, costringendoti al silenzio, si ha quasi paura di poter mettere in pericolo la stabilità delle strutture che si stagliano in aria. Ogni turista o pellegrino, deve inevitabilmente trattenere il fiato e la parola, sia per lo stupore, ma anche per la paura di poter, in qualche modo, rendere ulteriormente precario un equilibrio statico, ma soprattutto emozionale. Ogni persona può trovare il suo equilibrio interiore visitando la Pagoda Kyaiktiyo in Mynamar, altrimenti non sarebbe un uomo ma una pietra.

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